
Ci siamo. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025 avverrà il passaggio dall'ora solare all'ora legale, con le lancette faranno un salto avanti. Risultato? Come sempre dormiremo 60 minuti in meno, ma questo ci permetterà di avere più ore di luce durante la giornata.
Torna l'ora legale
Come al solito, alle 2 di notte le lancette andranno spostate di un'ora in avanti e si passerà direttamente alle 3. Si può dire che così "perderemo un'ora di sonno", ma è il prezzo da pagare per avere la luce per più tempo, anche di sera. Un appuntamento che va sempre ricordato, anche se ormai da anni la tecnologia ci aiuta in maniera automatica. Smartphone, tablet, computer e gli altri dispositivi elettronici connessi a internet si aggiornano da soli. Restano da spostare gli orologi da polso e quelli appesi in casa, oltre a quelli di alcuni elettrodomestici e delle automobili. Con un'ora di luce in più di sera, si consuma meno corrente elettrica. Ma quali sono gli effetti sul corpo umano? Il dibattito da sempre divide la scienza. Non a caso negli Usa, dove il cambio ora è avvenuto il 9 marzo, secondo un sondaggio il 54% dei cittadini abolirebbe questa pratica. Ma se tramontasse l'epoca dello switch cosa prenderebbe il suo posto? Alcuni legislatori, si analizza in un focus su 'Science' online, hanno proposto di 'bloccare' l'orologio rendendo l'ora legale lo standard nazionale per tutto l'anno, attraverso progetti di legge come il Sunshine Protection Act, ma fra i ricercatori c'è chi si oppone perché mattine particolarmente buie e serate particolarmente luminose interromperebbero il sonno delle persone. Molte organizzazioni mediche e scientifiche invece propugnano l'ora solare permanente.
Gli effetti sul corpo umano
Non c'è consenso negli ambienti accademici, e in un articolo provocatorio pubblicato la scorsa settimana su 'Royal Society Open Science', due fisici sostengono che in realtà si esasperano i problemi del sistema attuale e che dovremmo pensarci due volte prima di sbarazzarci dei cambi stagionali sulle lancette. Ecco cosa si sa, dunque, ad oggi sull'ora legale, pratica che risale alla prima guerra mondiale. Il fisico José María Martín-Olalla, dell'Università di Siviglia, autore principale di un documento di sintesi, sostiene che gli switch sono una soluzione pratica a un problema più ampio: conciliare il programma fisso e regolato dall'orologio della vita moderna con gli orari dell'alba che variano nel corso dell'anno. Gli esseri umani nelle società preindustriali, dice, adattavano naturalmente le loro attività durante le stagioni in base a quanta luce solare avevano, spesso alzandosi prima in estate e più tardi in inverno. Ma nel mondo moderno, invece le persone aderiscono a rigidi orari di inizio per il lavoro e la scuola, indipendentemente dalla stagione.
Martín-Olalla sostiene che queste circostanze creano discrepanze tra la lunghezza del giorno, i ritmi circadiani naturali del corpo e l'orologio sociale. La discrepanza è più pronunciata più vicino ai poli, dove l'alba e la disponibilità di luce possono variare notevolmente durante l'anno. La scelta degli switch è a costo zero? Il sole aiuta a stabilire i ritmi sonno-veglia del nostro corpo e numerosi studi suggeriscono che alterando questo ritmo, l'ora legale comporti dei rischi per la salute. La luce solare, osserva infatti la neurologa Joanna Fong-Isariyawongse, dell'Università di Pittsburgh, specializzata in medicina del sonno, è importante per la salute umana. L'esposizione sopprime la melatonina nel cervello e ci fa sentire vigili. Ecco perché le persone che si svegliano al buio rimangono assonnate e perché troppa luce prima di andare a letto può rendere difficile addormentarsi. Nel frattempo, esporsi costantemente alla luce solare per prima cosa al mattino aiuta a regolare i ritmi circadiani naturali del corpo, favorendo un sonno migliore. Questo è anche il motivo per cui organizzazioni come l'American Academy of Sleep Medicine si oppongono ai tentativi di bloccare l'orologio sull'ora legale tutto l'anno.
Esperti divisi
Quando la luce si estende troppo fino a sera, una larga fetta della popolazione fa fatica ad addormentarsi. Alzarsi per andare al lavoro o a scuola al buio porta anche molti pendolari assonnati e una maggiore probabilità di incidenti automobilistici. Numerosi studi collegano le interruzioni del sonno legate al tempo all'aumento di infarti, ictus, incidenti stradali e infortuni sul lavoro. Secondo Fong-Isariyawongse, tali interruzioni causano anche problemi di salute a lungo termine associati alla privazione cronica del sonno e miliardi di dollari ogni anno di costi sanitari aggiuntivi e perdita di produttività. Non tutti sono d'accordo. Martín-Olalla per esempio non ritiene che i dati sui rischi per la salute siano conclusivi, osservando che può essere difficile distinguere gli effetti dell'ora legale dagli effetti delle stagioni stesse. Derk-Jan Dijk, neuroscienziato presso l'Università del Surrey che studia il sonno e i ritmi circadiani, aggiunge che le conseguenze negative associate all'ora legale "potrebbero essere in qualche modo esagerate".
Il dibattito è su quale possa essere l'opzione migliore. Secondo Fong-Isariyawongse, la biologia umana funziona in base all'esposizione alla luce e i ritmi circadiani delle persone si adattano già naturalmente durante l'anno. "Invece di manipolare gli orologi", afferma, "un approccio migliore sarebbe quello di consentire ai luoghi di lavoro e alle scuole una maggiore flessibilità nell'adattare gli orari in base alle condizioni di luce naturale". Dijk osserva invece che questa soluzione sarebbe probabilmente più difficile da implementare rispetto ai cambi semestrali dell'ora. L'ora solare permanente sarebbe in definitiva una soluzione imperfetta a un problema complesso, aggiunge Karin Johnson, neurologa, Università del Massachusetts. Persone diverse hanno orologi biologici interni diversi, quindi potrebbe non esserci un approccio valido per tutti. Ma quando si tratta di salute pubblica, Johnson e molti altri esperti ritengono che abolire i cambi di ora sia l'opzione migliore: "L'opinione della comunità scientifica e medica nel suo complesso è coerente e a favore dell'ora solare permanente", sostiene l'esperta.
La storia dell'ora legale
L'idea di spostare le lancette avanti in primavera per sfruttare le ore di luce estive viene spesso attribuita a Benjamin Franklin per un articolo satirico pubblicato sul 'Journal de Paris' nel 1784 riguardante il risparmio energetico. La maggioranza degli storici ritiene prò che il primo ad aver teorizzato l'ora legale sia stato il biologo George Vernon Hudson che nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell'orologio in avanti durante l'estate per usufruire di ore di luce in più. Solo nel 1907 però il costruttore inglese William Willet la ipotizzò come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale. Dal 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera, molti Paesi fecero lo stesso a seguire. Nel 1920 a Torino l'adozione dell'ora legale fu anche occasione di contrasto in ambito lavorativo che portò a scioperi diffusi e si arrivò all'applicazione di due orari diversi in città. Dal 2001 in tutti i Paesi Ue l'ora legale inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre. In Italia l'ora legale è in vigore dal 1966. In precedenza era stata usata per la prima volta nel 1916. Dopo essere stata abolita e riconfermata diverse volte, è stata definitivamente adottata dal nostro Paese con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico era un problema enorme. Da anni ormai si parla di una possibile abolizione dell'alternanza tra ora legale e solare, ma una soluzione definitiva in merito non è ancora stata presa.