
Il salto di specie ai mammiferi del virus H5N1 dell'influenza aviaria è già avvenuto e la sua diffusione solleva crescenti preoccupazioni per il rischio di una nuova pandemia. Dopo le infezioni registrate in centinaia di allevamenti di mucche da latte negli Stati Uniti, ieri, 24 marzo, è stato rilevato il primo caso al mondo di contagio di un ovino nello Yorkshire, in Inghilterra.
L'animale è stato abbattuto e il governo britannico ha spiegato che nell'area interessata "l'influenza aviaria altamente patogena era stata confermata in altri uccelli in cattività". Sulla capacità del virus di mutare è intervenuto Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all'ospedale policlinico San Martino di Genova, parlando di rischi imminenti per l'uomo.
"L'aviaria è un virus furbo, siamo circondati"
"L'aviaria è un virus molto furbo e ha avuto un sacco di tempo per sviluppare questa attitudine. Lo conosciamo dalla fine degli anni '90, sono più di 25 anni che questo virus è ampiamente noto e si è reso camaleontico e mutabile. Molto furbo".
"Cambia spesso aspetto - spiega Bassetti - passa da una specie all'altra molto velocemente: pollo, mucca, gatto e ora anche la pecora nel Regno Unito. Non c'è una specie che non sia stata interessata, compreso l'uomo anche se manca il passaggio interumano. Ma avverrà a breve, visto che siamo circondati", avverte l'infettivologo. "Il fatto che ora sia stato trovato nelle pecore nel Regno Unito, non in Italia quindi, non deve essere un allarme. L'abbacchio che si mangia tradizionalmente a Pasqua è salvo perché la cottura elimina il virus".
In un briefing di emergenza tenutosi a Roma lo scorso 17 marzo, gli esperti della Fao hanno avvertito che già oggi il mondo sta affrontando un’epidemia senza precedenti di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1). Secondo gli scienziati dell'Organizzazione la situazione è precipitata a livelli "senza precedenti", ed è necessaria "un'azione immediata e coordinata a livello internazionale". La diffusione incontrollata del virus potrebbe avere conseguenze devastanti sulla sicurezza alimentare, la nutrizione, le economie rurali e i prezzi al consumo a livello globale, è il monito, drammatico, lanciato dal vicedirettore generale della Fao Godfrey Magwenzi.